Ci risiamo, il nostro ennesimo tentativo di vendere casa è ripartito stamattina. Personalmente comincio in qualche modo a sentirmi parte di una grande famiglia, o meglio di due: di quelli che sono in coda per vendere un appartamento, divenuto un po' troppo piccolo per le proprie esigenze e per le esigenze future, e di quelli che sono in coda per realizzare un proprio sogno del quale lo fanno tutti i giorni, ad occhi aperti o chiusi, ma è là, sono anni che è la, e sembra sempre più lontano nonostante sia là da, ormai, un paio d'anni.
Non possiamo dire di averci provato in tutte le maniere, da soli, con un'agenzia, poi con un'altra, ora siamo tornati alla prima, con un po' più -almeno per me- di speranza, visto il prezzo che siamo riusciti a fare e a quello che abbiamo visto in giro.
La vita è come un sentiero di montagna, come quello che abbiamo fatto domenica, alla conquista del Matajur, al confine con la Slovenia. E' fatta di salite, più o meno facili o difficili, e ogni salita può essere più o meno facile o difficile sia oggettivamente, ovvio, ma soprattutto soggettivamente, da quanta forza che uno ha per affrontarla. La montagna è fatta di emozioni, come la vita, ci si può emozionare per un fungo o un fiore bellissimo, e ne abbiamo trovati tanti domenica, è fatta di profumi trovati per strada, di silenzi, di domande, di imprevisti, del tempo che è tra gli imprevisti più imprevisti.
Vendere casa è una delle emozioni più forti che sto provando, almeno in questi ultimi anni. E' realizzare un sogno, è salire la mia montagna, è sognare durante questo viaggio, sarà una gioia arrivare in cima.
Stamattina, quando siamo tornati in agenzia, mi imponevo soprattutto una cosa:
di non illudermi.
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